24 Gennaio 2022

Poveri serpenti, pochi li amano, tanti li temono.

Quando qualcuno dice rettile a cosa pensate? Qualcuno pensa alle piccole lucertole, qualcun altro ai coccodrilli, altri ancora ai serpenti… Ecco è proprio qui che mi voglio soffermare, sui serpenti.
La maggior parte delle persone teme questi animali o forse ne è disgustata per come si muovono (i serpente strisciano…) o per come si cibano (avete presente come mangiano un topo?).
Qui ci soffermeremo sulla paura che il serpente quasi sempre  suscita. E proveremo a ribaltarla secondo un semplice gioco di empatia.
Avete mai pensato cosa prova un serpente difronte ad un umano? Noi lo giudichiamo a priori, non ha nessuna possibilità di appello, salvo rari casi. Il nostro “amico” serpente parte sempre e comunque svantaggiato. Contro di lui remano anni di avversione, di fiabe in cui è il cattivo, ci si è messa pure la Bibbia!
Dunque, vi siete mai posti la domanda di come possa sentirsi un serpente di fronte alla vostra reazione nei suoi confronti?
Un giorno mi sono posto questa domanda e mi sono proposto di rispondere andando al di là di quello che scienza e psicologia possano suggerire. ho provato a rispondere in maniera più spirituale, portando la mia esperienza.
Avevo all’incirca 16 anni quando io e un amico decidemmo di acquistare un “cucciolo” di serpente del grano (elaphe guttata). Come per un qualsiasi cucciolo dovemmo comprenderne le esigenze. Non sapeva ancora cacciare, quindi come la mamma fa con il neonato, iniziammo a imboccarlo. Nel tempo il piccolo serpente crebbe e fece la sua prima muta. Quindi iniziò a nutrirsi da solo e imparò a riconoscere le persone che gli stavano attorno, senza mai attaccare. Anzi, cercava continuamente il contatto fisico…
Il serpente aveva modi suoi di esprimere le sue emozioni. Forse non erano espressioni di normali effusioni come possiamo pensarle per il gatto o il cane, ma riusciva nel suo intento.
Personalmente ho imparato tanto nell’osservarlo, è stato un buon insegnante di vita. Mi ha fatto capire che non c’è un modo giusto o sbagliato per esprimere un’emozione o un’azione, ma è come noi interpretiamo le azioni che determina il giudizio. Anche e soprattutto nel caso dei poveri serpenti.
Spero quindi che la prossima volta, incontrando un animale all’apparenza non di vostro gradimento, non lo giudicherete a priori, ma cercherete di comprendere la sua essenza.
Quella che precede ogni categoria umana.
ALFREDO LESSONA