I gatti settembrini
Nascono alla fine dell’estate, sono i figli degli ultimi amori dell’anno e sono belli come gli altri ma… hanno meno possibilità degli altri di sopravvivere. Non sto parlando dei gattini di famiglia che comunque hanno un destino fortunato, a meno di non nascere nella casa di qualche sciagurato che decide di disfarsene, una volta svezzati, abbandonandoli per la strada.
Sto parlando dei niños de rua, nati dagli amori vagabondi di gatte abituate ad arrangiarsi da sole. Vengono alla luce quando ancora le giornate sono lunghe e calde. I giorni dell’abbondanza: le mamme li allattano, li accudiscono e li coccolano e soprattutto riescono a trovare da mangiare per tutti. Poi però, mano a mano che loro crescono, le giornate si accorciano, arrivano i primi freddi ed inizia la carestia. A fine novembre con le prime gelate è indispensabile che i gattini siano diventati autonomi se vogliono sopravvivere ed i più piccoli non ce la fanno. Non ce la possono fare. Vagano finché resistono e poi muoiono d’inedia. E’ la selezione naturale. Per fortuna anche i gatti settembrini hanno un santo: è il buon samaritano, qualcuno che non passa oltre quando li vede ma li raccoglie e li salva. Negli ultimi quindici giorni da noi in ambulatorio ne sono arrivati una mezza dozzina trovati qua e là. Uno era finito nel motore di un’automobile dove era andato a cercare un po’ di caldo, gli altri erano tramortiti in mezzo alla strada oppure miagolavano nascosti in qualche cespuglio e così via, secondo un copione consueto. Quest’anno chissà perché ce ne sono tanti neri ma, in ogni caso, qualunque colore abbiano, hanno tutti alcune caratteristiche in comune: non superano i tre mesi di età, sono pelle ed ossa ed ognuno di loro è una piccola enciclopedia ambulante di parassitologia veterinaria.
Ecco perché ultimamente abbiamo ‘postato’ tanti gattini, erano loro: i gatti settembrini, i niños de rua, e non lo abbiamo fatto per impietosire gli amanti degli animali ma perché siamo orgogliosi di loro, che hanno tenuto duro e ce l’hanno fatta perché i gatti settembrini sono delle ‘pellacce’ e soprattutto hanno un’altra cosa in comune: una gran voglia di vivere.
Dedicato a tutti, ma proprio tutti, i buoni samaritani di questo mondo.
Irma Sodero