Comprendere gli animali: Giudizio vs. Valutazione, Umano vs. Animale
Ho un’amica che deve essere un elfo dei boschi. Esile, flessuosa, ricciolina. E’ a suo agio solo se immersa nella natura, possibilmente quella non addomesticata. Profonda conoscitrice di erbe selvatiche e funghi, più volte mi ha portato con sé nei prati per mostrarmene lo splendore e l’opulenza.
Una volta eravamo in un campo a cercare erbette commestibili del tutto sconosciute a noi che mangiamo l’insalata in busta del supermercato, quando io, sconsideratamente, mi ero permessa di dire : “ ma qui è pieno di erbacce!”
Mi aveva guardata scandalizzata e mi aveva rimessa in riga: “ Cosa dici??? Non esistono erbacce come non esistono animalacci! Esistono erbe commestibili, erbe velenose, erbe medicinali ma nessuna erbaccia .”
Aveva ragione: avevo espresso un GIUDIZIO negativo e per giunta a vanvera dato che non conosco le erbe. In linea di massima quando usiamo un aggettivo stiamo scivolando nel giudizio. E con il giudizio si imbocca una strada categorica che non va da nessuna parte.
Tempo fa per televisione è passata la pubblicità di un mangime per animali che diceva: “ Lui (il tuo cane o il tuo gatto), non ti vuole più magro, meno pigro o più ricco, con lui non devi trattenere le lacrime e nemmeno l’allegria, ti puoi mostrare nudo o indifeso; non gli importa se hai un colore diverso dal suo o se sei troppo colorato….”
Parole sante perché LUI non ti giudica.
Il suo cervello non è abilitato a dare giudizi. – beato lui!-
Ma… valuta.
Lui davanti a qualcuno che sbraita o, peggio ancora, alza le mani non penserà che è uno stronzo psicopatico. Penserà: “questo urla e picchia quindi io mi comporto di conseguenza”. Analogamente di qualcuno che lo accudisce e lo coccola non penserà che è una brava persona ma che è qualcuno di cui fidarsi.
Ogni animale sa perfettamente valutare i nostri comportamenti.
Il giudizio è statico, la valutazione è dinamica perché mentre il primo riguarda l’essere: – questo E’ uno stronzo -, la seconda riguarda il fare : – questo FA stronzate- . Quindi mentre sul fare sbagliato c’è speranza di cambiamento, sull’essere sbagliato no: è così per sempre, amen.
Il giudizio limita anche chi lo formula e gli preclude una delle più belle facoltà che abbiamo: quella di ricrederci, non è costruttivo in quanto vago ma immutabile come una fotografia riuscita male.
Tutti siamo autori e vittime del giudizio e non ne sopportiamo il peso. Per questo, non sarebbe bello contribuire all’alleggerimento della nostra esistenza liberandocene? Forse non è possibile liquidarlo del tutto perché la nostra mente è strutturata per incasellare ogni cosa in categorie, ma non si potrebbe tentare di addomesticarlo come un incantatore fa con i serpenti o un domatore con le pulci ammaestrate ?
Perché no?