Gambe in spalla!
Domani amputerò una zampa a Minù, il cane di Donatella. Minù fin da piccolo convive con una grave menomazione provocata da un parassita unicellulare che si chiama neospora. È stato colpito dall’infestazione da cucciolo e la malattia gli ha provocato un irrimediabile danno alle zampe posteriori, rinsecchendole per sempre. Minù non cammina sulle quattro zampe come fanno gli altri cani, non può. Le gambe posteriori sono due stampelle rigide rivestite di carne ma… Minù cammina. Cammina sulle due zampe anteriori, corre anche. Dal bacino in su ha un fisico da lottatore palestrato, ed è un lottatore palestrato. L’ho visto catapultarsi fuori dalle porte per la fretta di uscire in giardino e si diverte da matti.
Donatella lo ha adottato quando era cucciolo ed era stato rifiutato da altre famiglie perché gravemente handicappato. Donatella dal grande cuore e non solo, lo ha accolto ed accudito, si è incaponita a scoprire la causa della sua menomazione ed ha accettato di condividere con lui l’irreversibilità di un destino da paraplegico.
Donatella in realtà ha fatto molto di più: lo ha reso felice. Donatella gli ha regalato la felicità, anche la sua. Sì, perché in tutti questi mesi, da quando lo seguo io, li ho visti arrivare nel mio studio – lei regolarmente in ansia – e lui altrettanto regolarmente euforico. Perché Minù è un cane che ride: lui ride sempre, a prescindere.
Con le braghette multicolori e le bretelle non poteva non trasmettere allegria. Ci siamo tutti inamorati di lui.
“Dai Minù, fatti medicare!”
E lui senza fare una piega si è sempre fatto fare di tutto, di buon grado sempre sorridente. Per mesi lo abbiamo curato e “rattoppato” perché queste zampe atrofiche tendono ad ulcerarsi e richiedono una costante manutenzione. E insieme siamo sempre riusciti a farcela… fino ad ora.
Adesso però, purtroppo, un trombo ha bloccato la circolazione di una delle zampe malate e l’ha mandata in necrosi. Non c’è più niente da fare se non l’amputazione.
Nessun veterinario amputa volentieri. L’amputazione è sempre una sconfitta e si pratica solo quando è una scelta obbligata. Nel caso di Minù poi, i rischi aumentano e ci possono essere svariate complicanze sia durante che dopo l’intervento, ma a tutto questo, come veterinario, farò fronte se e quando si presenteranno.
Quello a cui non posso fare fronte invece è la complicanza più grave: amputando Minù amputerò anche un pezzo di cuore di Donatella che non può impedirsi di soffrire per lui. Travolta dalle emozioni, come una nave nella tempesta, è in balia dello sconforto, e di una pena infinita per ciò che non sarà più come prima.
In questi giorni abbiamo parlato più volte, sviscerando la situazione, ma non esistono parole che possano placare le emozioni. Le emozioni sono un’esperienza personale. Si vivono nella carne e non c’è ragionamento che tenga. Ed è giusto che sia così.
Quello che non ho detto – e che comunque non sarebbe servito – è che sono sicura che Minù sia entrato nella vita di Donatella e nella mia per farci riflettere ed insegnarci la gioia di vivere. Lui non si autocommisera, nessun animale lo fa, e con uno spirito pratico che dovremmo imparare, si adatterà semplicemente alla nuova condizione, purchè sia una condizione senza sofferenza.
Libero dall’ingombrante bagaglio di rimpianti che invece noi ci portiamo dietro e grazie a questa benedetta, innata, leggerezza, Minù si metterà le gambe in spalla ed affronterà la vita con la sua solita allegria.
Dunque Donatella, mettiamoci anche io e te le gambe in spalla e andiamo dove ci porta la strada.