Denti da latte e dentizione definitiva: dubbi, angosce, devastazioni
Quando prendiamo un cucciolo, di solito, ha almeno due mesi di età, quindi ha già i denti da latte, ma non la dentizione definitiva.
Premettiamo che prenderlo prima – a meno che non sia rimasto orfano e occorra provvedere ad allevarlo – è sconsigliatissimo. I cuccioli hanno assoluta necessità di restare con la propria mamma anche qualche settimana in più, mai in meno. Questo tempo li irrobustirà in vista della crescita e li renderà più forti, sia fisicamente che emotivamente.
Il cucciolo che prendiamo cambierà i denti da latte proprio come succede per i bambini, verso il quarto/quinto mese di età.
È difficile accorgersi del cambio denti perché di solito i dentini da latte quando cadono vengono ingoiati e al loro posto spuntano già i denti definitivi. Occorre comunque regolarmente ‘dare un’occhiata’ nella bocca del nostro cucciolo. Intanto per vedere se è tutto a posto e poi per abituarlo ad una manualità che potrebbe servire quando è adulto. Una “pratica” che deve essere vissuta come fosse di routine.
E se i denti da latte non cadono?
Accade che alcuni cuccioli, specialmente cani di taglia piccola, non perdano i denti da latte. I denti definitivi crescono accanto a quelli da latte e quasi sempre sono i canini, ma spesso anche gli incisivi, che raddoppiano la dentatura con un curioso effetto a bocca di squalo. Se entro i sei mesi di età i denti da latte non sono caduti occorre procedere all’estrazione chirurgica perché distorcono la crescita dei denti definitivi e nel tempo ne provocano la carie.
Si lavano i denti ai cani?
I gatti non sono contemplati e ci credo: provate a lavare i denti ad un gatto non consenziente…
In natura cani e gatti sono predatori, e la loro dentatura è strutturata per auto pulirsi con la masticazione di ossa, pelli e piume. Vivendo con noi e cibandosi di pappe e mangimi morbidi questo meccanismo naturale viene meno e i nostri animali tendono a sviluppare la placca batterica responsabile di gengiviti, infezioni e patologie dentarie.
Comunque, non preoccupiamoci dell’igiene dentale almeno finché non è completata la dentizione definitiva.
Per i cuccioli si trovano in vendita finte ossa sgranocchiabili fatte di pellame lavorato con cui il cagnolino può giocare, intrattenersi e massaggiare le gengive nella fase di passaggio tra le due dentizioni. Anche ai cuccioli, come ai bambini, i denti che spuntano danno fastidio, per questo motivo tendono a rosicchiare qualunque cosa gli capiti davanti al naso.
Personalmente io ho sempre fornito ai miei cani ossa del ginocchio di bovino fatte bollire con la loro cartilagine ancora attaccata: sono friabili, saporite, ricche di calcio e durano un po’ di più di quelle finte… salvo poi trovarsele sparpagliate per tutta la casa e, nel buio, inciamparci dentro.
Semplici devastazioni
“Mi ha rosicchiato le gambe del tavolo…. Ha sbranato il cuscino: era di piume: una scena apocalittica…. Ha strappato il tappeto persiano che mi era costato una cifra… Si è mangiato una scarpa di mio figlio e mica si è sbagliato, ha preso quella del paio nuovo, appena comprato!” I cuccioli si scatenano, giocano e sbrindellano poi, come se improvvisamente si fossero esaurite le pile, si addormentano di botto magari proprio in mezzo alla devastazione. Occorre tenere presente che la casa per un po’ di tempo sarà il loro parco giochi preferito, quindi inutile irritarsi: mettiamo in salvo il salvabile e mettiamo loro a disposizione giochi appropriati. Non serve sgridarli e tantomeno scatenarsi in deplorevoli mattane: un cicciolo di cane o di gatto come tale si comporta. Esiste comunque il ‘ NO!’ detto con fermezza e decisone… auguri!
Devastazioni da ansia di abbandono
Non sempre la furia devastatrice dei cuccioli si scatena per desiderio di gioco. A volte alla base di questo comportamento c’è un motivo emozionale: è la paura di essere lasciati soli. Ogni cucciolo vorrebbe sempre stare con noi, giocare insieme ed essere coccolato, ma bisogna che accetti serenamente il fatto che ci possiamo allontanare. Occorre abituarlo con piccoli distacchi, progressivamente sempre più lunghi, e rassicurarlo. Anche la mamma in natura si allontanerebbe per procurarsi il cibo e i cuccioli sano che devono ‘stare bravi’, sanno che tornerà.
Ci sono però soggetti particolarmente ansiosi, o che vengono staccati troppo presto dalla madre, che rimangono emotivamente più fragili: questi animali non si abituano alle nostre assenze.
Pianti inconsolabili, guaiti strazianti, vicini che si preoccupano o si lamentano, dispetti – li fanno anche i gatti- e devastazioni.
Cosa fare quando sopraggiunge la disperazione?
Se non riusciamo a risolvere il problema con le rassicurazioni e l’educazione casalinga, occorre rivolgersi ad un esperto comportamentista che insegni ad entrambi – sia al cucciolo che a noi – il modo migliore per risolvere la situazione.
In casi particolari, ove ce ne sia l’effettiva necessità, esistono farmaci che possono aiutare nella fase di apprendimento. Non sono psicofarmaci, ma vanno comunque somministrati solo previa valutazione e prescrizione del veterinario.
Il seguito alla prossima puntata.